Un Premio Nobel per un grande Futuro | Conferenze @ Dipartimento “G. Natta”
Chairperson: Prof. Maurizio S. Galimberti
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Vincenzo Busico | Università di Napoli
Simona Losio | Scitec – CNR, Milano
Giovanni Ricci | Scitec – CNR, Milano
Polipropilene per sequenziamento
Vincenzo Busico
Il Prof. Vincenzo Busico è professore ordinario di Chimica Generale e Inorganica presso l'Università Federico II di Napoli (Italia), dove dirige il Laboratorio di Polimerizzazioni Stereoselettive (LSP). È stato inoltre professore di Chimica delle Poliolefine presso la Eindhoven University of Technology (Eindhoven, Paesi Bassi, 2007-2011) e presidente scientifico dell'Area Tecnologica delle Poliolefine presso il Dutch Polymer Institute (2004-2019).
I suoi principali interessi scientifici riguardano la polimerizzazione catalitica delle olefine e la determinazione della microstruttura dei polimeri. È coautore di oltre 200 pubblicazioni su riviste internazionali (WoS H-Index 51), di oltre 20 brevetti internazionali e di oltre 50 conferenze plenarie/dibattito in tutto il mondo.
È stato insignito del Chini Lecture Award (2024, Società Chimica Italiana), del Ziegler-Natta Lectureship Award (2009, Gesellschaft Deutscher Chemiker, GDCh) e dell'European Science and Engineering Award on 'Stereocontrol in Polymerization' (1997, Exxon Chemical Europe).
Abstract:
Quando Giulio Natta “fece il polipropilene” nel marzo del 1954, era difficile immaginare che i catalizzatori di coordinazione sarebbero stati in grado di trasformare una molecola organica apparentemente banale (anche se prochirale) nell'equivalente chimico di un alfabeto e di codificare con competenza informazioni complesse in un idrocarburo ad alta massa molare. L'involucro di proprietà senza precedenti di quella che è diventata la plastica singola di maggior volume sul mercato deriva da questa capacità. Analogamente alle catene di DNA nel genoma, le catene di polipropilene trasportano il codice che detta la parte innata del comportamento del materiale; d'altra parte, il sequenziamento del polipropilene si è rivelato - in senso chimico - molto più impegnativo del DNA. In questo intervento racconterò come la scuola italiana di stereochimica macromolecolare, a partire dal lavoro pionieristico di Annalaura Segre e Adolfo Zambelli, sia riuscita a “rompere il codice” e a svelare le relazioni tra microstruttura ad alta risoluzione e proprietà fisiche.
Catalizzatori “single site” per la polimerizzazione per inserzione. Opportunità, sfide, prospettive
Simona Losio
Simona Losio è prima ricercatrice presso l'Istituto di Scienze e Tecnologie Chimiche “Giulio Natta” (SCITEC-CNR) di Milano (Italia). La sua attività di ricerca riguarda la progettazione, la sintesi e la caratterizzazione di copolimeri e terpolimeri a base di etilene e propilene con olefine superiori, lineari, cicliche e ramificate, utilizzando catalizzatori omogenei di Ziegler-Natta e la loro caratterizzazione 1H e 13C NMR, spesso accompagnata dallo studio delle statistiche di copolimerizzazione. Negli ultimi anni, la sua ricerca si è concentrata anche sulla sintesi di polimeri da fonti rinnovabili, in particolare policarbonati e polioli da CO2. Infine, si occupa del recupero e della valorizzazione dello zolfo per la preparazione di polimeri innovativi per applicazioni industriali.
Abstract:
Negli ultimi 40 anni, grazie alla scoperta del metilalumossano (MAO) da parte di Kaminsky, l'interesse per la polimerizzazione omogenea delle poliolefine non solo è cresciuto, ma ha spostato l’interesse dallo studio dei complessi metallocenici del gruppo 4 all'esplorazione sempre più diffusa dei sistemi postmetallocenici. La catalisi omogenea si è infatti rivelata uno strumento eccezionale che consente di sintetizzare (co)polimeri lineari, ramificati, a blocchi o grafted, con composizione, distribuzione e tipologia delle ramificazioni modulabili attraverso la scelta appropriata del complesso metallico di transizione, che comporta principalmente modifiche elettroniche e steriche del ligando, dei (co)monomeri, della metodologia di alimentazione dei (co)monomeri e delle condizioni operative del reattore.
Polimerizzazione stereospecifica di dieni coniugati: origini, sviluppi e prospettive future
Giovanni Ricci
Giovanni Ricci si è laureato in Chimica all'Università di Parma nel 1982 e ha conseguito il dottorato di ricerca in Scienze Chimiche nel 1987. Nel 1984 è stato assunto come ricercatore presso l'Istituto di Chimica delle Macromolecole (ICM) del CNR (l'Istituto creato da Giulio Natta), allora diretto dal Prof. Lido Porri del Politecnico di Milano, e ha iniziato a occuparsi di polimerizzazione stereospecifica di diolefine coniugate con catalizzatori di metalli di transizione e lantanidi, che rappresenta tuttora il suo principale interesse. Attualmente ricopre il ruolo di Direttore di Ricerca presso lo stesso istituto, oggi denominato Istituto di Scienze e Tecnologie Chimiche “Giulio Natta” (SCITEC “G. Natta”).
Nel 2014 è stato premiato con il Recognition at Innovation eni “Eni Award” e nel 2018 con il Tire Manufacturing Innovation of the Year_TTI Award. È coautore di 130 articoli su riviste internazionali, 40 brevetti internazionali e numerose comunicazioni a convegni internazionali.
Abstract:
La presentazione intende fornire una panoramica sulla polimerizzazione stereospecifica dei dieni coniugati (ovvero butadiene, isoprene e butadieni sostituiti), dalle sue origini negli anni '50 presso il Politecnico di Milano fino ai giorni nostri, passando per i vari sviluppi che hanno riguardato l'introduzione di sistemi catalitici sempre più attivi e selettivi e la sintesi di nuove strutture polimeriche più stereoregolari.
Il polibutadiene (cis-1,4 e sindiotattico 1,2) e il poliisoprene cis-1,4 sono attualmente gli unici polideni prodotti industrialmente su larga scala: parte della lezione sarà quindi dedicata i) alla descrizione dei catalizzatori utilizzati per la loro sintesi; ii) al loro utilizzo, essenzialmente per la produzione di composti elastomerici per pneumatici; iii) a una panoramica sui principali produttori e utilizzatori mondiali.
La parte finale della presentazione si concentrerà sulle prospettive future del settore, determinate principalmente dalla necessità di una maggiore sostenibilità dei processi industriali.